Il Cane

«Ripeti quello che ti ho detto, Lucilla.»

Tremante di paura, la bambina scosse appena la testa.

La bacchetta della saggia Epredia sferzó l’aria, finendo per schioccare sulla già martoriata mano della povera bimba. La severa educatrice si sentì stritolare un altro po’ dal peso dell’ennesima cattiva azione che aveva appena compiuto, ma non permise alla sua dura maschera di determinazione di scalfirsi.

A mostrare la giusta via senza imporla…

Come era stato fatto a lei, e a sua madre prima di lei, la sua giovane allieva doveva essere educata con tutta la durezza necessaria.

«Ripeti, Lucilla.»

La bambina pronunciò timidamente quanto doveva, in preda al terrore di cosa sarebbe successo se si fosse rifiutata.

«Molto bene», la incoraggiò sua madre.

Lo sguardo che la piccola Lucilla le scoccò fece sentire Epredia un vero e proprio mostro. Ma era inutile agonizzarci sopra: sapeva che quello che stava facendo era giusto, che Il Male™ che le toccava ad infliggere a quella bambina era, in realtà, a fin di bene.

«Adesso riproviamo» fece alla bimba, la voce impassibile, lo sguardo inflessibile.

»Dimmi, Lucilla: se Ocane ha un cane, di chi è il cane?» ​