La notte di Halloween

Era la sera del 31 Ottobre. Per il povero Sernesio, quella poteva essere la sua ultima occasione. Era molto agitato; fissava la sua immagine riflessa nello specchio, ripetendo le sue affermazioni.

«Non perderò mai di vista l’orizzonte, ma guarderò dove metto i piedi.»

Vide una lacrima di rabbia scendere sulla sua guancia. Non avrebbe permesso al mondo di sconfiggerlo di nuovo.

«Preferirò l’azione all’esitazione, soffermandomi solo quando necessario.»

Un’accesa determinazione lo pervase.

«Userò il mio istinto come un consigliere, soppesando i suoi avvisi.»

Non avrebbe più fallito. Mai più.

«Acuirò il più possibile la mia percezione della realtà.»

«Userò con giudizio tempo ed energie.»

«Combatterò solo le battaglie che posso vincere.»

«Giudicherò severamente i miei errori, ma sarò indulgente nel perdonarli.»

«Considererò gli altri per quello che dimostrano di essere.»

«Dispenserò gentilezza e cortesia, ma impiegherò fermezza nel fare i miei interessi.»

«La verità sarà la mia bandiera, la menzogna il mio pugnale.»

Sernesio concesse un ultimo sguardo alla sua figura riflessa. Si sentiva pronto.

Aveva passato un anno intero ad allenarsi duramente: giorni e notti a studiare tattiche e sotterfugi, a provare maschere e costumi, a bilanciare la credibilità e l’adeguatezza della minaccia. Non si sarebbe risparmiato; il fallimento non era contemplabile.

Il dolce bottino che si nascondeva nelle case del vicinato, questa volta, sarebbe stato tutto suo.

Sernesio indossò la sua maschera, carico come non mai.

Il grido di battaglia ardeva già nella sua mente: dolcetto, o scherzetto?