Tutto secondo i piani
Siamo fatti d’acqua. Non di tanta quanta crede un certo Ministro, ma comunque lo siamo. La piccola Ester lo sapeva già, lo aveva imparato a scuola. Quello che non le era mai venuto in mente era che, in effetti, noi siamo fatti proprio dell’acqua che beviamo; se bevi tanta acqua cattiva, diventi cattivo.
Guardò suo padre, supplicante.
«Papà, per favore… la mamma ha ragione.»
«Giammai!» fece egli, con fervore. «Giammai abbasserò così tanto il mio tenore di vita!»
La bambina incrociò lo sguardo rassegnato di sua madre: la sua vita era ormai rovinata. Sul tavolo della cucina, scintillante alla debole luce di una candela, c’era l’ultima bottiglietta di quell’acqua malvagia, infame ricettacolo del male che aveva avviluppato quella famiglia. Non avevano più elettricità, né riscaldamento: da quando suo padre aveva assaggiato quel terribile liquido, ogni risorsa della famiglia era stata indirizzata a quell’acquisto.
«Ester», mormorò la madre della piccola. «Vai a giocare, per favore, I tuoi genitori devono parlare.»
«No», rispose lei, la sua stridula voce infantile più determinata che mai. «Ti aiuterò, perché hai ragione!»
Madre e figlia si scambiarono un lungo, intenso sguardo. Non ci fu bisogno di parole.
«Matteo», si rivolse la madre al marito, «tu non puoi essere salvato.»
Lui non rispose. La sua espressione ostinata sembrava scolpita nella pietra.
«Tu ti senti superiore a noi» proseguì lei, «perché credi di essere in grado di apprezzare la differenza fra questa Costosissima Acqua e il banale liquido di cui ci nutriamo noi poveri d’animo. Ma ti sbagli: tu non apprezzi quell’acqua, tu sei quell’acqua!»
Non arrivò ancora risposta, ma la donna proseguì imperterrita: non aveva posto domande.
«Bevila, marito mio. Se è quello che vuoi, noi sempliciotti non abbiamo diritto di intralciarti.»
L’uomo prese la bottiglia con cerimoniale lentezza. In religioso silenzio, la stappò e ne bevve un sorso. Per un impercettibile istante, il barlume di un sorriso attraversò il volto della donna.
«Descrivici quest’acqua, per favore», chiese la donna.
Un ghigno altezzoso deformò la faccia dell’uomo. «A che vi gioverebbe? Non capireste mai.»
La donna rise, una risata lunga e intensa. «Certo che no», fece alla fine, amaramente.
La piccola Ester capì. Suo padre non poteva essere salvato, ma poteva comunque essere… sostituito.
In un angolo remoto del mondo, nascosta nell’oscurità del suo covo, una donna bionda dai grandi piedi permise a un malvagio sorriso di dipingersi sul suo volto. Presto il suo liquido avrebbe raggiunto ogni anfratto del globo, infettando ogni persona di rilievo.
Stava andando tutto secondo i piani.